Massa d'Albe è un piccolo comune di circa 1.430 abitanti situato alle pendici del Monte Velino, ad una altitudine di 865 m. slm. Il territorio comunale, compreso nell'area del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, ha una variazione altimetrica che va dai 2.487 della vetta del Velino ad un minimo di 745 m. slm.
La storia di questa località è millenaria e di grande rilievo: nacque, ad opera di seimila coloni, agli inizi del IV secolo a.C., con il nome di Alba (o Alba Fucens) e divenne celebre nel II secolo a.C. quale luogo di deportazione di personaggi famosi, come Perseo, re di Macedonia e Siface re di Numidia. Importanti testimonianze della rilevanza storica di questa antica colonia latina sono conservate nello straordinario sito archeologico di Alba Fucens, uno dei principali della regione.
Su un colle a ridosso del sito archeologico sono visibili i resti del borgo medievale fortificato di Albe vecchio, edificato intorno al castello Orsini e quasi completamente distrutto dal pauroso terremoto del 1915. Sempre nella stessa area si trova la chiesa di S. Pietro d'Albe, uno dei principali esempi di architettura romanica in Abruzzo.
Chiesa di San Pietro d'Albe
(Da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo)
Tra le più singolari chiese abruzzesi, venne costruita nel XII secolo presso le rovine romane di Alba Fucens, riutilizzando le strutture del preesistente tempio italico. La chiesa è a tre navate, suddivise da colonne corinzie scanalate di recupero, con abside semicircolare e cripta; è caratterizzata dal portico d'ingresso addossato alla facciata che funge da base per la torre campanaria.
L'edificio, che nel tempo aveva subito numerose trasformazioni, fu gravemente danneggiato con il sisma del 1915: crollarono infatti coperture, volte, solai, capriate ed alcuni tratti di facciata con la torre insieme a metà dell'abside.
La Soprintendenza, tra il 1955 e il 1967, con un'operazione di rilievo e catalogazione dei resti in situ, ricompose l'edificio rafforzandolo con una struttura interna in cemento armato.
Alba Fucens
(Da Wikipedia)
Alba Fucens (nel comune di Massa d'Albe) era una antica città italiana che occupava una posizione elevata (ca. 1000 m. s.l.m.) ai piedi del Monte Velino, a circa 6.5 km a nord di Avezzano.
Il nome latino deriva dalla posizione del suo abitato dal quale si poteva ammirare il sorgere del sole (l'alba) sul Lago del Fucino prima del suo prosciugamento avvenuto nel 1876.
Era una colonia latina fondata da Roma nel 304 a.C. nel territorio degli Equi, alla frontiera con i Marsi, in una posizione strategica. Si trova su una collina appena a nord della via Tiburtina Valeria, che probabilmente fu prolungata oltre Tibur in questo stesso periodo. Durante la Seconda guerra punica Alba inizialmente rimase fedele, ma in seguito, assieme ad altre undici colonie (Ardea, Nepete, Sutrium, Carseoli, Sora, Suessa, Circeii, Setia, Cales, Narnia, Interamna) rifiutò di inviare i contingenti richiesti e fu perciò punita.
In seguito si trasformò in un posto dove inviare importanti prigionieri di stato, come Siface re di Numidia, Perseo re di Macedonia, Bituito, re degli Arverni. Fu attaccata dagli alleati durante la Guerra sociale, ma rimase fedele a Roma e la posizione relativamente forte lo rese un posto di una certa importanza nelle guerre civili. La sua prosperità, nel periodo imperiale, può essere arguita soltanto dal numero di iscrizioni trovate.
È principalmente notevole per le sue fortificazioni conservate splendidamente. Le pareti esterne, che hanno un circuito di quasi tre chilometri, sono costruite con massi poligonali, i blocchi sono congiunti con attenzione e le facce sono lisciate. In base alle nostre conoscenze attuali su tali costruzioni la data di edificazione non può essere determinata con certezza. Non sono conservate fino ad un'altezza considerevole; ma la disposizione delle porte è chiaramente identificabile: di regola si trovano alla fine di conclusione di un tratto lungo e diritto delle mura e sono disposte in modo da lasciare esposta la parte destra di una eventuale forza d'attacco. Sul lato nord c'è, per una lunghezza di circa 140 metri, una triplice linea di difese di data posteriore (probabilmente aggiunta dai colonizzatori romani), visto che sia le mura propriamente dette che la doppia parete gettata fuori davanti sono parzialmente costruite con calcestruzzo e la superficie è costituita da muratura poligonale più fine (in cui sembra che siano stati evitati espressamente giunti orizzontali). Ad un chilometro e mezzo al nord della città un enorme terrapieno (con un fossato su entrambi i lati ma ad una distanza considerevole da esso) può essere seguito per circa tre chilometri.
All'interno delle mura le costruzioni sono quasi tutte di data posteriore. Gli scavi sono stati fatti in modo non sistematico, comunque si possono delineare i resti degli edifici ed il percorso delle strade nonché un vasto sistema dei passaggi sotterranei forse connessi alle difese del posto.
La collina all'estremità occidentale era occupata da un tempio, su cui è stata costruita la chiesa di S. Pietro che contiene antiche colonne ed alcuni esemplari notevolmente fini di mosaici cosmateschi. È l'unica chiesa monastica in Abruzzo in cui la navata centrale è separata da quelle laterali da antiche colonne.