Il territorio di Chieti si divide tra passato e presente. Infatti se da un lato ha l’industria più florida dell’intera regione, dall’altro ha radici che affondano in epoche remote.
A testimonianza del passato lontano si ergono le mura megalitiche di Monte Pallano (V secolo a.C.), che racconti popolari narrano siano state realizzate da mitici giganti che si perdono nella leggenda, il tempio italico di Schiavi d’Abruzzo (III secolo a.C.), edificato dai feroci Sanniti, e la città romana di Juvanum, risalente all'epoca repubblicana e situata nelle vicinanze di un altro insediamento più antico, del quale non si conosce il nome, attribuito ai Frentani.
All'interno della provincia (che fu teatro, durante il secondo conflitto mondiale, di violenti bombardamenti che rasero completamente al suolo parecchie località, sia grandi che piccole) sorgono diversi centri di notevole interesse storico-culturale, tra i quali spicca il capoluogo Chieti, posto sul suolo che fu dei Marrucini e fondata, si narra, dal Pelide Achille. La città è ricca di monumenti e di imponenti palazzi seicenteschi che ne ricordano l’illustre storia e dispone di un Museo Archeologico Nazionale dove sono custoditi reperti di inestimabile valore, come il celeberrimo Guerriero di Capestrano. Altre località da menzionare sono Vasto e il suo castello, Lanciano e le sue catacombe, la medievale Guardiagrele, capitale del ferro battuto, Rocca S. Giovanni, uno dei "Borghi più belli d'Italia", Fossacesia con la splendida abbazia di San Giovanni in Venere, Fara San Martino, antico e suggestivo borgo di origine longobarda, celebre per i suoi marchi De Cecco, Del Verde e Cocco, produttori di pasta di qualità ineguagliabile, e Villa Santa Maria, la "Patria" dei cuochi più famosi del mondo.
Da un punto di vista naturalistico rivestono indubbio interesse i calanchi della valle dell’Alento e della valle del Foro, situati nel comprensorio di Fara Filiolum Petri, Bucchianico e Casalincontrada, e le cascate del Rio Verde, nel comune di Borrello, che, con un salto di circa 200 m., rappresentano le cascate naturali più alte d'Italia e tra le maggiori d'Europa. Da segnalare anche i due laghi artificiali di Bomba e Casoli dove gli sbarramenti operati dall’uomo hanno creato un habitat favorevole per numerose specie ittiche, mentre nell'oasi di Serranella il fiume Aventino e il torrente Gogna, confluendo nel Sangro, danno vita ad un laghetto molto frequentato da uccelli palustri.
Il territorio montano, compreso nell'area del Parco Nazionale della Majella, offre noti centri di sport invernali quali la Maielletta, Passo Lanciano, Pizzoferrato, Gamberale e suggestivi scenari come il Blockaus o il Vallone di Santo Spirito.
Ma anche la costa, nella provincia teatina, offre il meglio di sé. Su quella costa nella quale all'ampia spiaggia di finissima sabbia dorata dell'estremità settentrionale subentrano, man mano che si procede verso sud, scogliere sempre più alte e spettacolari che culminano, a pochi chilometri dal Molise, con lo stupendo litorale roccioso della Riserva Naturale di Punta d'Erce (o Punta Aderci o Punta della Penna), meraviglia poco conosciuta fuori dal territorio regionale che ricorda, soprattutto nel periodo primaverile, le lussureggianti scogliere della Cornovaglia e della Bretagna.
Ed è su questi lidi che l'uomo, non sazio della generosità di Madre Natura, ha voluto inserire, sembra fin dalla notte dei tempi, elementi architettonici sublimi come i "trabocchi", solitarie palafitte legate alla terraferma da traballanti passerelle che resistono ostinate alle onde marine. Che meraviglia i trabocchi! Li vedi lì, immobili, simili a giganteschi ragni sospesi sul mare, grandi tele intrecciate da mani indurite dal sale che catturano pesci guizzanti…Angeli musicanti, di notte, illuminati dalla bianca luce lunare, corde sonore pizzicate dal Vento che piangono al ricordo dei doni pretesi dal dio Nettuno…
Ed è proprio alla Costa dei Trabocchi che è legato il ricordo più struggente del nostro 'Viaggio in Abruzzo': era un caldo tramonto di metà novembre quando nei pressi di una piccola chiesa in territorio di Ortona, cittadina definita da W. Churchill "Piccola Stalingrado" e insignita della medaglia d'oro al Valor Civile, ci imbattemmo in un lussureggiante tappeto erboso dal quale spuntavano, perfettamente allineate, centinaia di bianche lapidi con al centro incisa una foglia d'acero... Eravamo di fronte al Cimitero Militare Canadese, del quale, in tutta sincerità, non conoscevamo l'esistenza. Una tempesta di emozioni si abbatté su di noi quando iniziammo a leggere le età di quei ragazzi, quasi tutti ventunenni, venuti da terre lontane ad immolare la loro giovane vita per ridare la libertà ai nostri padri e ai nostri nonni... L'abbraccio dell’umida terra aveva preso il posto del calore delle loro madri!
Non dimenticheremo mai quell'incontro, che ha rappresentato e rappresenterà per sempre il momento più intenso e commovente di tutto il nostro lungo "Viaggio" alla scoperta dell'Abruzzo.
D. F.