Corfinio è un borgo di circa 1.000 abitanti situato nel Parco Nazionale della Majella, ad una altitudine di 346 m. slm. Sorge sulle rovine dell'antichissima Corfinium (abitata già nel X secolo a.C.), principale città dei Peligni che all'epoca della Guerra Sociale (91-88 a.C.) fu chiamata "ITALIA" e scelta come capitale dai popoli italici insorti contro Roma. Fu teatro anche della guerra civile tra Cesare e Pompeo (49-48 a. C.).
Sotto i longobardi il borgo fu denominato Valva e in epoca medievale gli fu attribuito il nome di Pentima, che conservò fino al 1928, quando fu ribattezzato Corfinio in onore dell'antica e gloriosa capitale italica.
Nell'attuale nucleo abitato spiccano la chiesa parrocchiale di S. Martino e la chiesa di S. Maria del Soccorso. Ai margini del paese si trova la splendida basilica di S. Pelino (XI-XII sec.), uno dei principali monumenti medievali esistenti in Abruzzo, in prossimità della quale si ergono gli imponenti resti dell'antica città italica.
Una caratteristica che accomuna Corfinio ad altre località di questo angolo d'Abruzzo sono le decine di meravigliosi portali in pietra che adornano le case e i palazzi del centro storico.
Nel centro del paese è stato recentemente aperto un importante Museo Civico Archeologico, nel quale sono esposti preziosi reperti rinvenuti nel territorio della preistorica cittadina.
Un grande Parco Archeologico, suddiviso nell'area di Piano S. Giacomo, dove recentemente è stata rinvenuta una villa romana con splendidi mosaici, l'area di S. Ippolito e l'area lungo la strada per Pratola Peligna, conserva resti di monumenti come il tempio, il macellum, mausolei e numerosi muri che consentono di ricostruire la planimetria dell'antico centro e comprende un'area sacra in cui la inconsueta bellezza dell'ambiente circostante, la presenza d'acqua sorgiva e l'atmosfera particolarmente raccolta che vi regna hanno fatto sì che la sacralità del luogo si perpetuasse fino ai nostri giorni, passando dal culto pagano di Ercole a quello cristiano di S. Ippolito, ancora rievocato dalla tradizione popolare.
La basilica di San Pelino e l'Oratorio di Sant'Alessandro
(Da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo)
La cattedrale valvense è composta dall'unione di due corpi distinti: l'Oratorio di Sant'Alessandro, un ambiente rettangolare allungato con abside al centro, che corrisponde al capocroce di una chiesa incompleta consacrata nel 1092, e la basilica di San Pelino, terminata nel terzo decennio del secolo successivo e oggetto di un ulteriore intervento intorno al 1235. La chiesa maggiore ha tre navate con alti pilastri quadrangolari; un arco a tutto sesto immette nel transetto sopraelevato, coperto attualmente con volte a botte e a crociera. Lo spazio interno, trasformato in forme barocche tra gli anni 1682 e 1704, è stato ripristinato durante i restauri del 1960-71, sistemando sulla navata centrale la copertura lignea ed eliminando la cupola con il tiburio esterno.
Internamente si ammirano arredi liturgici di notevole interesse artistico come lo splendido ambone del XII secolo.