Centro della valle subequana di circa 1.250 abitanti situato su uno sperone roccioso, sul versante meridionale della vallata dell'Aterno, ad una altitudine di 409 m. slm. Il territorio comunale è compreso nell'area del Parco Ragionale Sirente-Velino.
Le origini di Castelvecchio Subequo risalgono all'epoca romana: l'antica Superaequum, i cui resti si trovano a sud-ovest dell'attuale abitato, fu municipio dei Peligni, insieme a Corfinio e Sulmona.
La struttura di borgo fortificato medievale è tuttora visibile nel nucleo più antico del paese, che conserva ancora alcune case medievali, tra le quali spicca un elegante edificio con bifora trilobata.
Il monumento più importante del paese è la chiesa di S. Francesco (XIII sec.), nel cui interno sono conservati stucchi barocchi e pregevoli affreschi dei secoli XIV e XV. L'attiguo convento custodisce reperti romani, statue lignee e argenti medievali.
A poca distanza dal nucleo abitato, a Colle Moria, si trova un cimitero ipogeo della fine del IV secolo, testimonianza degli inizi del Cristianesimo in Abruzzo.
Castelvecchio S., ubicato lungo le vie della transumanza, è stato luogo di passaggio per i pastori che si immettevano sul tratturo Celano-Foggia, percorso di collegamento tra la Marsica e il Tavoliere delle Puglie.
San Francesco
(Da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo)
La chiesa è stata fondata con l'attiguo convento nel 1288. L'intervento di ampliamento, attuato nel 1647, trasformò la chiesa a navata unica in un organismo a tre navate, ricavando gli archi dalle pareti perimetrali e riproponendo uno spazio basilicale di tradizione tardomedievale, con pilastri ottagonali e volte a crociera.
La facciata a coronamento orizzontale fu realizzata durante il medesimo intervento.
Di notevole pregio sono gli arredi liturgici all'interno come gli altari barocchi e rinascimentali e l'altare maggiore con il ciborio in legno intagliato; si possono inoltre ammirare resti di un ciclo di affreschi con storie francescane e riferimenti tematici all'opera giottesca.