Montefino (352 m. slm. e circa 1.200 abitanti dislocati nell'intero territorio comunale) e’ posto su un colle che domina da nord il percorso del fiume Fino, nel territorio antico dei Sabini adriatici e della successiva colonia di Hatria.
Il suo nome medievale era Mons Siccus (Monte Secco). Non si hanno per ora documentazioni sulla presenza di insediamenti italici o romani nell’area di Montefino, ad esclusione del ritrovamento di un breve tratto basolato stradale antico "presso il fiume Fino" probabilmente appartenente al tracciato longitudinale pedemontano Roma, Teramo, Monte Giove, Bisenti e Penne con raccordo con il tratto della via Cecilia di Hatria-Pinna, sotto Castilenti. Questo tracciato sul corso del Fino fu poi riutilizzato dal Regio Tratturo tardo-medievale di Frisia-Rocca di Roseto, una delle direttrici principali della pastorizia transumante orizzontale, che collegava l’Abruzzo adriatico con la Puglia. Pur tuttavia c’e da evidenziare che probabilmente nelle vicinanze doveva sorgere una villa rustica di eta’ romana data la presenza del percorso stradale e il corso del fiume: da evidenziare un toponimo prediale come "Colle Marciano" che potrebbe attestare un romano fundus Marcianus, ma anche una chiesa dedicata a San Marciano. La prima menzione medievale del paese e’ di eta’ normanna, 1150-1167, con la menzione di un castellum della Contea di Penne, Montis Sicci, feudo di mezzo milite (circa 65 abitanti) tenuto da Trasmondo di Colle Madii per conto del Conte Roberto Aprutio. L’incastellamento di Montefino viene poi citato, come Mons Siccus, nel Diploma di Carlo I d’Angio’ del 1273. Successivamente, nel 1454, Mons Siccus diventa feudo degli Acquaviva, feudatari che restaurano le fortificazioni murarie e curarono le quattro chiese citate in documenti dell’epoca. Nell’ anno 1506 Montesecco e’ citata fra i possessi del vescovato di Teramo, mentre nel secolo XVII ci sono documenti in cui si cita Monte Secco e una vicina frazione detta "La Villa Bozza".