Castel Castagna, in origine "Castrum Castanee", è un piccolo borgo medievale di circa 550 abitanti (popolazione comunale), posto su una collina (452 m. slm.) dalla quale si gode un panorama mozzafiato, con il vicino massiccio del Gran Sasso d'Italia (2.912 m., la vetta più alta degli Appennini) che sembra quasi possa essere accarezzato.
Nel centro storico della cittadina, rinomata per la produzione di ottimi salumi e formaggi pecorini, si trova l'antica chiesa di S. Pietro Martire (XIV sec.).
La "gemma" che fa risplendere l'intero territorio di Castel Castagna sorge a valle del centro abitato, nei pressi del fiume Mavone, ed è la stupenda abbazia di "Santa Maria di Ronzano", edificata nel XII sec.. L'interno, a tre navate, arricchito da splendidi affreschi absidali dei secoli XII e XIV, custodisce due are pagane ridotte ad altare, una statua lignea dell'Assunta con Bambino (XI sec.) e due croci dei secoli XII e XIV.
L'abbazia di Santa Maria di Ronzano
(Da cartellonistica Regione Abruzzo - Settore Turismo)
La chiesa venne edificata anteriormente all'ultimo ventennio del XII secolo, come attestato dai pregevoli affreschi absidali datati 1181 e dall'incendio del 1183 che ha lasciato evidenti tracce all'interno.
Il conseguente restauro non ripristinò le volte ma, rialzate le navate, creò uno spazio a sala; tale intervento è stato tuttavia cancellato dal ripristino degli anni 1933-34.
L'impianto, tra le prime manifestazioni del passaggio tra romanico maturo e gotico, ha tre navate, coperte a tetto e suddivise da archi a tutto sesto su pilastri quadrangolari con lesene addossate; queste, con le altre corrispondenti sulle pareti perimetrali, denunciano la presenza originaria di volte o archi nelle navate minori. La mole laterizia del presbiterio, suddiviso internamente in tre campate voltate a crociera, emerge in altezza dal corpo delle navate ed è scandita da un motivo in pietra di archi a tutto sesto su lesene; il partito decorativo prosegue sulla facciata posteriore che cela, dietro una fronte rettilinea, la curva esterna delle absidi, riproponendo motivi comuni a chiese pugliesi alle quali si accosta anche l'elegante fregio della monofora posteriore, in origine completato da nove testine umane, due sole delle quali ancora in situ.